Come cucinare le castagne: una guida semplice per ottenere risultati di cottura perfetti

Le castagne sono i frutti dell’albero castagno, coltivato in tutto il mondo, e possono essere consumati sia crudi che cotti. Le caldarroste bollite o arrostite esaltano i ricchi sapori che la maggior parte delle persone associa a loro. Le castagne sono disponibili in una gamma di forme e dimensioni e possono variare di prezzo in base alla varietà e alla qualità. Le castagne vengono raccolte nei mesi invernali, generalmente da novembre all’inizio di gennaio.

Sul nostro sito, troverai le famose Castagne dell’Etna formato EXTRA.

Le varietà di castagne

Le castagne sono disponibili in una varietà di forme, dimensioni e profili aromatici, quindi un buon primo passo è imparare alcune cose su di esse. Esistono due tipi di castagne: nero e marrone. La varietà di colore più scuro può essere consumata cruda o al vapore e di solito ha un sapore più dolce e più ricco simile a quello delle noci. Le castagne di colore più chiaro (quelle marroni) sono generalmente arrostite. La consistenza delle castagne più scure tende ad essere un po’ più densa e gommosa rispetto alle castagne di colore più chiaro, ma sono ugualmente nutrienti e deliziose. C’è chi preferisce il sapore delle castagne nere, ma le dimensioni più piccole e il sapore dolce delle castagne marroni le rendono più facili da maneggiare e da reperire in commercio.

Benefici salutari delle castagne

Le castagne sono state una parte iconica della cucina asiatica per migliaia di anni. I ricercatori sospettano che le castagne possano svolgere un ruolo nella riduzione delle infiammazioni, nella riduzione del colesterolo, nella prevenzione dell’anemia e nel controllo della glicemia. Nella cultura cinese le castagne sono considerate un alimento sacro in grado di allontanare gli spiriti maligni e di offrire protezione anche dalle malattie cardiache. I glutini nelle castagne possono essere utili per i diabetici.

Come cucinare le castagne

Castagne al forno

Preriscaldate il forno a 200 gradi C. Sulla superficie piana di ogni castagna, ritagliate una forma a “X” con la punta di un coltello. Questo permetterà al vapore di fuoriuscire dalle castagne, velocizzando il processo di tostatura. Adagiate la parte tagliata delle castagne su una teglia. Per aiutarle ad arrostire, bagnatele leggermente con acqua.

Arrostite le castagne per 15-20 minuti, o fino a quando le bucce non si saranno rimosse facilmente. Giratele con un cucchiaio o una spatola ogni pochi minuti mentre cuociono per evitare che si brucino. Toglietele dal forno una volta terminata la tostatura.

Lasciate raffreddare le castagne per 2-3 minuti prima di avvolgerle in un canovaccio e strizzarle fino a schiacciare la buccia. Lasciatele per altri cinque minuti nel canovaccio.

Togliete le castagne dalla buccia. Per facilitare il processo, fatelo mentre sono ancora calde. Rimuovete la buccia interna e le membrane. Godetevi queste prelibatezze mentre sono ancora calde.

Castagne Lesse

Portate all’ebollizione una pentola d’acqua. Tagliate la parte piana delle castagne a forma di “X” con un coltello affilato.

Lessate le castagne per circa 5-10 minuti. Toglietele dall’acqua calda e lasciate che le castagne si raffreddino per almeno 5 minuti o abbastanza da poter essere maneggiate senza scottarvi. Rimuovete le bucce e le membrane. Queste castagne sono deliziose mangiate da sole o se volete provare qualcosa di più sfizioso aggiungete 1/2 cucchiaino di cannella e 1 cucchiaio di burro fuso.

Castagne al microonde

Ogni castagna dovrebbe essere tagliata a metà in quanto cuocerà più velocemente e uniformemente.

Al microonde potete usare le stesse impostazioni per le “patate” perché le castagne cuociono in modo simile alle patate. A seconda della potenza del vostro microonde, dovrebbero volerci dai 2 ai 5 minuti. Per servirle potete estrarle direttamente con un cucchiaino prima di mangiarle e condirle uguali a quelle bollite.

Castagne in padella

Lavate le castagne e prima di metterle padella, incidete la solita X in modo tale che si cuociano dappertutto. Riponete le castagne con la parte piatta rivolta verso il basso. Mettete la padella sul fuoco per 5-10 minuti. Questo dovrebbe essere sufficiente per cuocere le castagne da un lato. Per disperdere uniformemente il calore, scuotere leggermente la padella ogni minuto circa. Ripetete lo stesso procedimento per altri 5 minuti o fino a che le castagne siano visibilmente tostate. Aspettate 2-3 minuti che si raffreddino dopo averle tostate e quindi gustatele mentre sono ancora calde.

Conclusione
Ora che avete scoperto come cucinare le castagne tocca a voi dimostrare che queste castagne sono davvero deliziose. Buona fortuna!

Le patate novelle arrosto sono uno dei contorni più facili da preparare praticamente per qualsiasi pasto. Questo è un contorno classico che può essere preparato tutte le sere della settimana. Ecco alcune delle qualità principali delle patate novelle arrosto.

Facili da preparare, C’è praticamente poca preparazione richiesta. Sono convenienti e poco costose. Sono adattabili. Sei libero di usare tutte le erbe che ti piacciono!
Sono gustose e non servono molti ingredienti. Si abbinano bene con una varietà di cibi, tra cui verdure, carne, pesce, pollame e altro.

Cercate patate piccole di dimensioni, possibilmente simili e con buccia uniforme senza imperfezioni.

Perché le patate più piccole sono migliori da fare arrosto?

Tendono ad essere più cremose e più dolci di quelle più grandi. Inoltre non hanno bisogno di essere sbucciate prima della cottura perché le loro pelli più dure non si sono ancora sviluppate (lavatele bene in acqua semplice).

Erbe per patate al forno: quali sono le migliori?

Se non hai rosmarino a portata di mano, prova questi suggerimenti di erbe alternative per l’arrosto:

– Origano
– Timo/Prezzemolo
– Basilico
– Maggiorana/Salvia
– Erbe miste (basilico, origano, maggiorana, timo e/o rosmarino)

Come servire le patate novelle al forno

Ci sono numerosi piatti che si sposano bene con le patate novelle al forno. Vediamone alcuni insieme.

– Pollo in teglia con broccoli e patate
– Salmone al forno con asparagi e patate novelle
– Filetto di branzino con patate novelle
– Scaloppina di vitello al burro e salvia e patate novelle

Come conservare e riscaldare le patate novelle

Lasciate che le patate rimanenti raggiungano la temperatura ambiente prima di conservarle. Una volta riposte in un contenitore ermetico apposito possono stare in frigo fino ad un massimo di 5 giorni. Potete anche congelarle per un massimo di 6 mesi in un sacchetto con cerniera (attenzione a rimuovere tutta l’aria prima di riporle).

Il trucco per riscaldare le patate arrosto è riuscire a mantenere la consistenza esterna croccante e quella interna soffice. Possono essere riscaldate in un forno convenzionale o tostapane a 200° C. Essenzialmente è come ri-arrostirle. Basta disporle in un unico strato su una teglia da forno e arrostirle per 15-20 minuti, mescolando a metà cottura per una doratura uniforme.

È possibile utilizzare anche una friggitrice ad aria. Preriscaldare la friggitrice ad aria a 180/200° C. Riscaldate le patate per 3-5 minuti o finché non sono calde e croccanti.

Anche se non consigliamo di riscaldare le patate nel microonde, potete farlo a strati su un piatto adatto al microonde. Purtroppo col microonde è abbastanza difficile che una volta riscaldate le patate siano di nuovo croccanti.

Ecco una ricetta che può essere preparata in un baleno

Gli Ingredienti per 4 o 5 persone

– 600/700gr di patate giovani più piccole, pulite, dimezzate o a pezzi grandi (pelle rossa o gialla)

– 6 cucchiai di olio d’oliva (extravergine sarebbe consigliato)

– 4 cucchiaini di aglio, tritato (circa 4 spicchi)

– da 1 a 2 cucchiai di rosmarino fresco tritato

– mezzo cucchiaino di sale Kosher (quello grosso)

– macinate il pepe nero e servitene quanto basta

– riscaldate il forno a circa 220/230° C.

Preparare le patate come segue:

Mettete le patate in un contenitore abbastanza grande. Conditele con sale e pepe, olio d’oliva, rosmarino e aglio. Mescolatele fino a coprire tutte le patate in modo uniforme.

Per arrostire le patate, seguite questi passaggi:

Disponete le patate in un unico strato sul fondo di una teglia (una bella robusta che può sopportare il calore elevato del forno; una teglia standard potrebbe deformarsi). Cuocetele per 40 minuti, o fino a quando le patate sono dorate.

Servitele calde e subito….e buon appetito!

I carciofi ripieni alla Siciliana sono realizzati con semplici componenti presi dalla credenza in cucina o dalla dispensa, ciononostante ogni qualvolta avrete degli ospiti a cui li offrirete vedrete in loro illuminarsi il viso in un insieme di sentimenti di stupore, ammirazione, apprezzamento…un vero e proprio delirio di gusto e prelibatezza unica che faranno dei vostri pranzi e cene un successo assicurato.

Sapori unici e aromi ineguagliabili

Queste sono ricette che ti trasportano istantaneamente in un’altra epoca, i ricordi di quando da bambini si giocava in cucina mentre la nonna, la mamma o la zia cucinavano il pranzo per la domenica. Il profumo emanato dai carciofi al forno ti fanno venire in mente momenti di un lontano passato quando si mangiava tutti insieme, ci si sedeva a mezzogiorno e ci si alzava dal tavolo ore dopo, quando era quasi l’ora della merenda per noi ragazzini.

I carciofi ripieni, un piatto tipico Siciliano, ma anche adottato in tante altre regioni dell’Italia, sono un alimento base usato anche nel periodo di Natale nella maggior parte delle famiglie italiane.

Il risultato finale è quel sapore di formaggio nostrano, dell’aglio, di quelle foglie arrostite e rese scrocchiarelle anche dal pangrattato che a contatto dell’olio d’oliva e il prezzemolo e pieno di sapore dopo essere stato aromatizzato dalla scorza di limone e cotto a puntino.

Ricetta Carciofi Ripieni alla Siciliana

Ingredienti

– 6 carciofi
– 1½ tazze di pangrattato fine e secco
– 1½ cucchiaio di parmigiano o pecorino romano grattugiato
– 1 spicchio d’aglio, tritato
– 1 mazzetto di prezzemolo tritato finemente
– ½ tazza di olio d’oliva
– Sale e pepe a piacere
– Twist di limone

Indicazioni in 5 semplici passaggi

Primo
Lavate i carciofi tuffandoli su e giù in acqua fredda. Tagliate l’estremità del gambo e tagliate anche un paio di centimetri dalla parte superiore di ogni carciofo. Rimuovete eventuali foglie inferiori sciolte. Con le forbici, ritagliate un quarto di ciascuna foglia esterna.

Secondo
Unite pangrattato, formaggio, aglio, prezzemolo, sale e pepe; mescolando bene. Allargate le foglie di ogni carciofo e versate il ripieno di pangrattato sulle foglie.

Terzo
Mettete i carciofi ripieni in una pentola capiente con circa 7/8 cm di acqua. Versate l’olio d’oliva in modo uniforme sopra i carciofi. Coprite e cuocete a fuoco medio per circa 30/40 minuti.

Quarto
Usando una schiumarola, trasferite i carciofi su una teglia dove avrete riposto la carta da forno. Il forno dovrà essere già preriscaldato a 180 gradi. lasciate i carciofi per 5/10 minuti massimo, affinché diventano dorati in superficie.

Quinto
Trasferiteli dalla teglia in un piatto da portata e guarnite con twist di limone. Pronti, a tavola!

Carciofi: domande frequenti

Qual è il modo migliore per mangiare un carciofo?
Per iniziare, consumi i petali. Possono essere immersi nella salsa o nel burro fuso. La parte del petalo che mangi è la polpa. I gambi sono commestibili, ma devono essere prima sbucciati e cotti.

È possibile mangiare i carciofi crudi?
Si ma solo le parti tenere dei petali e il cuore.

Come faccio a sapere se un carciofo è ancora commestibile?
Quando le foglie dei carciofi sono spaccate, essiccate, rugose e/o scolorite di un marrone scuro, sono troppo mature.

Visto che non è poi così tanto difficile? Ora puoi cucinare i carciofi da te e non devi più aspettare a quando vai al ristorante o a cena dalla zia!

La ricetta originale dell’anatra all’arancia arriva direttamente dalla sicilia. Nonostante possa sembrare strano, questo delizioso secondo è decisamente italiano.  Un piatto di nostra invenzione, che risale al periodo in cui la carne veniva conservata grazie al succo degli agrumi.

Ciascuna regione ha poi proposto la propria versione, modificando qui e là qualche piccolo dettaglio. Oggi scopriremo insieme la nostra ricetta, la versione Sicilia Agrumi della famosa anatra all’arancia.

Chiaramente, quello su cui ci concentreremo di più sono gli agrumi. Le arance da utilizzare arrivano direttamente dallo store Sicilia Agrumi, da coltivazioni naturali e di grande qualità.
Se le sceglierete, il profumo che invaderà la vostra cucina al momento della preparazione sarà sufficientemente forte da farvi venire l’acquolina in bocca.

La Ricetta Sicilia Agrumi

Iniziamo dagli ingredienti della ricetta, che ci serviranno per prepararla adeguatamente. Per comodità, abbiamo fatto una piccola distinzione tra gli ingredienti da utilizzare per l’anatra e gli ingredienti per la salsa.
Così saprete esattamente quali quantità vi servono e potete acquistare tranquillamente tutto quello di cui avrete bisogno.

La ricetta è pensata per una media di 4 / 5 commensali, in modo da avere sufficienti porzioni a soddisfare l’appetito di tutti.

– per l’anatra

2,3 kg di anatra
50 ml succo d’arancia
40 g burro fuso
110 g Grand Marnier
30 ml vino bianco
20 ml acqua
qualche fetta d’arancia
sale e pepe q.b.
timo e rosmarino q.b.
olio evo q.b.

– per la salsa

15 g amido di mais (maizena)
60 g zucchero
1 arancia
20 ml acqua

I singoli passaggi

Per iniziare a preparare l’anatra all’arancia dovrete occuparvi dell’anatra stessa, sciacquandola direttamente sotto l’acqua corrente. Cercate sempre di acquistare un anatra a cui siano già state tolte le interiora e le piumette residue, così non farete fatica a toglierle e a pulirla.
Prima di metterla in pentola a rosolare dovrete legarla, facendo in modo che le zampette e le ali si incrocino sul davanti. Sfruttate del cotone da cucina, che si trova facilmente anche nei supermercati.

A questo punto, procuratevi una padella abbastanza ampia da contenere tutta l’anatra e versate una buona quantità di olio d’oliva.
Quando l’olio sarà caldo potrete aggiungere l’anatra, facendola dorare attentamente. A metà cottura, sfumate con il liquore Grand Marnier ed irrorate con il fondo di cottura affinché si cuocia uniformemente.

Procedete poi con il taglio dell’arancia, ottenendo almeno tre fette intere. L’anatra andrà spostata dalla padella ad una pirofila da formo abbastanza capiente.
Inserite all’interno le fette d’arancia, il timo ed il rosmarino, aggiungendo poi sale e pepe per condire.

Intorno all’anatra andranno versati circa 50 ml di succo d’arancia, 20 ml di acqua e 30 ml di vino bianco. Completate spennellando l’anatra con il burro fuso e ricoprendola con della carta argentata.

Bucherellate la superficie con una forchetta per far fuoriuscire l’aria e poi infornate in forno statico a 200° per almeno un’ora.
Controllate la temperatura interna dell’anatra per sapere quando è pronta, munendovi di un termometro da cucina. Deve arrivare almeno a 70°.

Mentre l’anatra cuoce, occupatevi della salsa. Iniziate recuperano il succo dall’arancia (ce ne serviranno almeno 120 ml).
In un pentolino, fate cuocere a fuoco molto basso l’acqua e lo zucchero. Quando avranno raggiunto la temperatura di 166° potrete aggiungere il succo d’arancia – precedentemente filtrato – l’amido di mais e qualche goccia del fondo di cottura dell’anatra.

Mescolate energicamente con una frusta da cucina fino ad ottenere una salsa lucida e non eccessivamente liquida.

Versatela calda sull’anatra, oppure servitela in una ciotola a parte così che ognuno possa condire a piacere la propria porzione.

La mostarda di fichi d’India rientra tra le ricette Siciliane più tradizionali in assoluto. Un regalo alla gastronomia italiana che, una volta assaggiata, è praticamente impossibile dimenticare.

I fichi d’india appartengono alle terre della Sicilia, che li accoglie e li aiuta a crescere forti all’esterno e succosi all’interno.
La storia ci insegna che i fichi hanno sempre fatto parte delle tavole delle famiglie siciliane, che con il tempo hanno imparato a sfruttarne il gusto unico e insostituibile.

Scopriremo insieme quali sono le caratteristiche della mostarda siciliana di fichi d’india e come realizzarla, così potrete gustarla direttamente a casa.
L’importante è riuscire ad identificare i fichi d’india migliori, in arrivo direttamente dalla Sicilia e dalle coltivazioni controllate. In questo modo, ci si assicura il perfetto mix tra gusto e nutrimento.

Ricetta Originale Mostarda di Fichi d’India

La mostarda siciliana di fichi d’india si realizza generalmente nel “periodo della vendemmia”, tra il mese di Luglio e quello di Ottobre. La storia della ricetta originale è da associarsi a Catania, la cui provincia ha ospitato le primi mostarde di fichi mai realizzate.

Di seguito vi lasciamo tutti gli ingredienti necessari a realizzarla, così potrete procurarveli prima di fare un tentativo.

– 10/15 kg di fichi d’india
– 6/7 chiodi di garofano
– 4 stecche di cannella
– cannella in polvere qb
– farina 00 (100 g per ogni litro di liquido)

Potete acquistare delle formine per modificare la forma finale della vostra mostarda di fichi d’india, oppure utilizzare una semplice teglia da forno e poi tagliare la mostarda in più quadratini. La scelta dipende molto dai gusti, anche perché la tradizione è piuttosto flessibile riguardo l’argomento “forma”.

Procedimento

La prima cosa da fare per iniziare la preparazione della mostarda siciliana di fichi d’india è pulire i fichi. Utilizzate dei guanti di gomma, così da evitare di ferirvi le mani con gli spuntoni.
Sciacquate i frutti sotto l’acqua corrente e sbucciatele con l’aiuto di un coltello, fino a quando non rimarrà solo la polpa interna.

A questo punto, munitevi di una pentola dai bordi piuttosto alti ed aggiungete all’interno tutti i fichi puliti, qualche chiodo di garofano e le stecche di cannella.
Accendete la fiamma e fate cuocere fino a quando non noterete che i fichi inizieranno a spappolarsi. Il liquido contenuto al loro interno si mostrerà, dandovi il segnale necessario per passare allo step successivo della ricetta.

Prendete un colino a trama fitta e filtrate il succo dei fichi. Quando incontrate pezzi di polpa, schiacciate con una forchetta affinché rilasciano quanto più succo possibile.
Ripetete il passaggio un paio di volte e poi versate il liquido nella stessa pentola usata prima.

Riaccendete la fiamma a fuoco medio ed aspettate fino a quando il succo dei fichi d’india non avrà dimezzato il proprio volume. Arriva quindi il momento della farina, uno dei passaggi più importati nella realizzazione della mostarda.

Cercate di capire quanto liquido avete ottenuto – aiutatevi con una brocca che segna i litri – e considerate 100 g di farina per ogni litro di liquido.
Versate la farina nella pentola ed iniziate a mescolare energicamente con l’aiuto di una frusta da cucina. Fate molta attenzione ad evitare la formazione di grumi, continuando a mescolare fino a quando non avrete ottenuto una consistenza liscia e omogenea.

A questo punto, la mostarda di fichi d’india andrò trasferita nei propri stampini – o sulla teglia del forno. Potete farla asciugare naturalmente al sole, come vuole la tradizione, oppure asciugarla in forno a circa 120°. Una volta pronta potrete conservarla in un contenitore ermetico per diversi mesi.

La vostra mostarda siciliana ai fichi d’india è finalmente terminata e pronta per essere mangiata.

Il tiramisù al limone è una versione gustosa e particolare del classico dolce al cucchiaio.
Ideale per l’estate e per gli amanti dei sapori agrumati, che preferiscono gli accostamenti insoliti e coraggiosi.

Provando a realizzare la ricetta classica del tiramisù al limone vi accorgerete di quanto sia facile riuscirci, sia in termini di pratica che di tempo impiegato.
Seguendo i passaggi giusto e dedicando un minimo di attenzione in più alla crema, riuscirete a realizzare il vostro dolce senza problemi.

Scopriremo insieme come prepararlo, seguendo la ricetta classica e proponendovi una versione senza uova. Non ci sono eccessive differenze tra le due, basta modificare qualche passaggio nella preparazione della crema al limone.

Ingredienti ricetta classica

Le dosi che abbiamo scelto per voi fanno riferimento ad un dessert sufficientemente grande per saziare anche otto persone, così da realizzare un dolce fine pasto perfetto.

Ricordatevi di controllare sempre la provenienza dei limoni e la loro affidabilità. Sullo store di Sicilia Agrumi potrete individuare limoni di grande qualità, che sapranno aggiungere un tocco speciale al vostro tiramisù.

– 350 g di savoiardi
– 500 g di mascarpone
– 3 uova
– 2 limoni
– 180 g di zucchero
– 60 ml limoncello
– 250 ml acqua

Versione senza uova

In sostituzione delle uova dovrete aggiungere:

– 250 ml panna
– 45 g zucchero a velo

Procedimento

Ma passiamo ora alla ricetta, cercando di capire qual è il modo migliore per realizzare un tiramisù al limone realmente soddisfacente.

Si inizia dalla bagna in cui verranno intinti i savoiardi, che avrà il profumo del limone – al posto del solito caffè. Mescolate l’acqua tiepida con 60 g di zucchero, aggiungendo poi anche il limoncello. Assicuratevi che lo zucchero sia perfettamente sciolto, così insaporirà al meglio i vostri savoiardi.

A parte, separate gli albumi dai tuorli e montate a neve gli albumi con l’aiuto di una frusta elettrica. I tuorli andranno invece lavorati con lo zucchero, il mascarpone, il succo di limone e qualche pezzetto di scorza grattugiata.
Anche in questo caso conviene utilizzare una frusta elettrica, azionandola a velocità media fino ad ottenere un composto sufficientemente spumoso.

Aggiungete anche gli albumi montati a neve e mescolate dal basso verso l’alto per evitare che si smontino. A questo punto, avete tutti i componenti necessari ad iniziare ad assemblare il vostro tiramisù al limone.

Versate la bagna di una ciotola e la crema in un’altra, munendovi di una spatola per stenderla. Prendete i savoiardi e create un primo strato, assicurandovi di bagnarli nella bagna a limone a sufficienza affinché prendano l’odore del limoncello.

Il secondo strato andrà realizzato con la crema, procedendo alternativamente fino a quando non completate lo spazio e gli ingredienti.
Guarnite il tiramisù con scorza di limone grattugiata, così da aggiungere un tocco di colore in più.

Versione senza uova

Nella versione senza uova, l’unica cosa che cambia è la crema al limone. Anziché montare a neve gli albumi, dovrete montare la panna fresca fino a quando non risulterà morbida e abbastanza solida.

Unitela allo zucchero a velo, al succo di limone e al mascarpone, così da renderla ancora più saporita e cremosa. Potete poi utilizzarla allo stesso modo, preparando strati alternati di crema e savoiardi fino a quando gli ingredienti ve lo consentono.

Questa ricetta, così semplice eppure così soddisfacente, è perfetta per sorprendere i propri ospiti e regalargli un fine pasto insolito ma piacevole.
Il limone aggiunge un tocco rinfrescante al tiramisù, migliorandolo e trasformandolo in un dessert che piace proprio a tutti, nessuno escluso.

La crema pasticcera al limone rientra tra le ricette più apprezzate e praticate dai giovani pasticcieri. Imparare a dosare ed equilibrare dolcezza e acidità, soprattutto quando si parla di dessert, è un’abilità fondamentale.

Il sapore dolce e deciso della classica crema pasticciera si unisce al profumo del limone, che risciacqua la bocca e lascia un senso di freschezza in più.
Questa crema è perfetta per guarnire qualsiasi tipo di dolce, dal pan di spagna fino alle crostate e ai biscotti. Una ricetta semplice e rapida che riuscirà a sorprendere ciascuno dei vostri futuri ospiti.

Insieme scopriremo quali sono i passaggi da seguire per realizzare una crema pasticcera al limone perfetta, cucinata con e senza uova. Potrete così accontentare tutti senza rinunciare al sapore unico di una crema tradizionale.

Ingredienti per la ricetta classica

Partiamo dalla ricetta classica, semplice e veloce da preparare. La crema pasticcera al limone richiede la presenza di agrumi di prima qualità, capaci di rilasciare un succo intenso e fresco. Consigliamo infatti di acquistare solo limoni di prima scelta, che sappiano valorizzare la ricetta e tutta la preparazione.

Sullo store di Sicilia Agrumi troverete diverse offerte dedicate proprio ai limoni. La variante Siracusana, conosciuta in tutto il mondo per essere succosa e saporita, è perfetta per la realizzazione di questa semplice ricetta.

– 500 ml di latte intero
– la scorza di 2 limoni
– 3 tuorli
– 60 g di zucchero semolato
– 40 g di farina 00
– qualche goccia di succo di limone

Ingredienti ricetta senza uova

Di seguito, vi lasciamo anche gli ingredienti per la versione senza uova. Come noterete subito, si tratta fondamentalmente della stessa lista. L’unica aggiunta è l’amido di mais che andrà a sostituire l’uovo e il suo effetto “agglomerante”.

– 500 ml di latte
– 100 g di zucchero semolato
– 50 g di amido di mais (maizena) o farina
– 3 limoni
– qualche goccia di succo di limone

Procedimento

Il processo di preparazione della crema pasticcera al limone è molto simile, sia nella versione con che senza uova. Vi spiegheremo come realizzare entrambe, così da non commettere nessun tipo di errore.

Il primo passaggio della ricetta riguarda i limoni, che dovranno essere sciacquati, puliti ed asciugati alla perfezione. Dovremmo ricavarne la scorza, che servirà ad aromatizzare il latte – la base della partenza di ogni crema pasticcera.
Assicuratevi di tagliare la buccia gialla, evitando accuratamente la parte bianca che ha un sapore tendenzialmente amaro. Potete aiutarvi con un coltello o con un pelapatate, a seconda delle disponibilità.

A questo punto, posizionate una casseruola sul fuoco e fate scaldare il latte con la scorza di limone. Non deve arrivare a bollore, ma solo scaldarsi a sufficienza affinché il gusto del limone riesca davvero a sentirsi.

Mentre il latte si scalda, prendete una ciotola e versate all’interno lo zucchero. Ora, dovrete aggiungere la maizena nel caso della preparazione senza zucchero e i tuorli d’uovo e la farina 00 nella versione con le uova.
Mescolate fino a quando non ottenete un composto omogeneo, aggiungendo poi il latte a cui sono state tolte le bucce del limone.

Versate nuovamente il composto nella stessa casseruola iniziale e posizionatelo sul fuoco. Fate cuocere la crema pasticcera per almeno 5 minuti, mescolando con l’aiuto di una frusta da cucina per evitare che si formino grumi.

Volendo, potete aggiungere qualche goccia di limone per dare un tocco in più alla vostra ricetta, ma questo dipende da quanto siete amanti del limone e quali sono le vostre preferenze.

In ogni caso, la vostra crema pasticcera al limone è ormai completa è può essere utilizzata per decorare qualsiasi dolce vi venga in mente. Buon appetito!

Il sorbetto al limone, dessert conosciuto in tutto il mondo per la sua abilità digestiva, è il perfetto fine pasto estivo. Fresco, profumato e dal sapore deciso, un’alternativa non banale al classico gelato e ai dolci troppo elaborati.

La ricetta del sorbetto al limone non prevede grande preparazione in fatto di cucina, tanto da risultare facilmente abbordabile anche per i meno esperti.
Con un minimo di impegno si riescono ad ottenere buoni risultati, concedendosi il piacere di un dolce rinfrescante e prettamente estivo.

Oggi parleremo proprio del sorbetto, scoprendo come farlo sia con che senza la gelatiera. Ricordate che in cucina esistono sempre delle piccole scorciatoie, che permettono di realizzare qualsiasi cosa nella metà del tempo.

Ingredienti per la ricetta

Pochi e semplici ingredienti, necessari per una ricetta altrettanto facile e rapida. Il segreto per un sorbetto al limone perfetto è scegliere la materia prima migliore. Il profumo è un forte indicatore di qualità, che vi permette di capire subito se il limone merita o meno la vostra attenzione.

Sullo store di Sicilia Agrumi troverete tutto il limone di cui avete bisogno, in arrivo dalla Sicilia e dalle coltivazioni che rispettano l’ambiente e la tradizione.

– 130 ml succo di limone
– 250 ml acqua
– 170 g zucchero
– 30 ml limoncello
– 30 g albume

Come preparare il sorbetto con la gelatiera

Per preparare il sorbetto al limone dovrete partire dagli albumi, che andranno montati con una frusta elettrica.
Quando arrivate a metà del processo – gli albumi sono semi montati quando inizia a formarsi una leggera schiuma in superficie – aggiungete circa 30 grammi di zucchero. Continuate poi a lavorare con la frusta elettrica fino a montare del tutto gli albumi.

Otterrete un composto bianco e spumoso, che andrà messo da parte mentre vi occupate del succo di limone.

In una ciotola, spremete i limoni e ricavatene circa 130 ml di succo, passandolo attraverso un colino per evitare residui di polpa o semini.
Aggiungete al succo lo zucchero restante e mescolate con l’aiuto di una frusta a mano. Versate anche l’acqua e continuate ad amalgamare lentamente tutti gli ingredienti.

A questo punto, potete aggiungere gli albumi precedentemente montati a neve, mescolando attentamente per evitare di smontarli.
Se vi piace il sapore, potete versare nella ciotola anche qualche goccia di limoncello, così da dare al sorbetto un gusto ancora più intenso.

Versate il composto nella gelatiera e seguite le indicazioni per il sorbetto – trovate tutto nel libretto delle istruzioni.
Azionate ed aspettate che il programma si completi da solo. Dovrebbero volerci circa 40 minuti, dopodiché il vostro sorbetto al limone sarà pronto per essere servito.

Variante senza la gelatiera

Nella versione senza la gelatiera, tutto quello che dovrete fare è conservare il composto finale in freezer.
Ogni mezz’ora circa, tirate fuori il contenitore e mescolate per evitare che si formino degli agglomerati di ghiaccio. Continuate così per circa quattro / sei ore, fino a quando la consistenza del sorbetto vi sembrerà giusta e non troppo liquida.

Il consiglio è quello di preparare il sorbetto al mattino e poi lasciarlo raffreddare fino alla fine del pranzo. Tiratelo fuori dal freezer solo pochi minuti prima di servirlo, così da evitare che si sciolga troppo e non resti abbastanza solido.

Potete accompagnarlo con qualche foglia di menta, che servirà ad aggiungere un profumo particolare al sorbetto e a sorprendere il palato dei vostri ospiti.
Questa ricetta vi permette di ottenere un sorbetto al limone rinfrescante e delicato, che non rischia di diventare troppo acido e che chiude qualsiasi pasto alla perfezione.

Sei interessato al liquore all’arancia fatto in casa? È il momento giusto per avere qualche informazione in più su questo nettare siciliano unico al mondo, nel suo genere e nel gusto.
La Sicilia evoca nell’immaginario comune sapori decisi, intensi e ricchi di vita: l’arancia li rappresenta tutti e lo fa con tutta la sua verve e il suo colore.

Le arance rosse siciliane sono grandi protagoniste di questa rievocazione stuzzicante: il frutto siciliano è infatti un agrume che nasce dal contesto di una terra vulcanica.
Scopriamo insieme qualcosa di più su questo liquore che sa racchiudere i toni caldi e golosi di una terra magica!

Come si fa il liquore all’arancia fatto in casa? Scopri la ricetta

Il profumato liquore all’arancia viene solitamente proposto agli ospiti per concludere al meglio il pasto.
Spesso è servito in bicchieri tipici siciliani decorati e ghiacciati, una vera goduria per il palato.

Ma cosa serve per fare un buon liquore all’arancia siciliano fatto in casa?

Il liquore Home Made ha tutti i benefici di un prodotto fatto in casa. A parte la bontà di questo nettare biologico, c’è senza dubbio una buona parte di soddisfazione personale!
Come per tanti altri liquori e bevande, è anche un pregiato dono da fare ai proprio amici o alla famiglia in occasione di un pranzo o una cena, tutti insieme.

Vediamo insieme qualche consiglio per il liquore all’arancia fatto in casa

Optare per arance: scegliere delle arance non trattate è un valore. Significa bere qualcosa di unico e biologico ma non solo: vuol dire anche acquistare dai contadini locali come noi;

Prediligere arance con poca polpa bianca: è necessario per evitare che restino dei pezzettini spiacevoli al gusto all’interno del nostro liquore. Nel momento in cui dovesse capitare di scegliere delle arance con molta polpa, allora sarà necessario eliminare quella in eccesso.

Acquistare da contadini del territorio: chi ne ha la possibilità, può comprare direttamente dal produttore o dall’azienda agricola.

Quali sono gli ingredienti per il liquore all’arancia siciliano?

– Per due litri di liquore:
– 8 arance non trattate (solo buccia)
– 1 litro di alcol alimentare
– 1 litro di acqua
– 750 grammi di zucchero

Il procedimento per fare il liquore all’arancia siciliano

– Prendere un recipiente di vetro – anche un barattolo o una bottiglia particolare – nel caso in cui la si voglia regalare;
– Versare all’interno della nostra bottiglia o barattolo l’alcol;
– Aggiungere le nostre bucce d’arancia preparate prima;
– Chiudere il barattolo o la bottiglia e lasciare macerare le bucce nell’alcol per 15 giorni (NB: se gradisci un sapore intenso, lascia le bucce fino a quando non avranno perso il colore, mescolando più volte al giorno);
– Preparare lo sciroppo con zucchero e acqua: versare quindi l’acqua in una pentolina e aggiungere lo zucchero. Successivamente, portare ad ebollizione affinché lo zucchero si sciolga. – – – Versare in un recipiente lo sciroppo e farlo raffreddare;
– Filtrare il contenuto per eliminare le bucce e così buttarle. Quando lo sciroppo sarà finalmente freddo, unirlo all’alcol.

È vero che il liquore deve riposare per un mese?

Sì, assolutamente. Il liquore alle arance deve riposare un mese e poi renderà il meglio al palato. Il “riposo” gli donerà un gusto deciso e particolarmente agrumato e aromatico.
Un consiglio che possiamo dare, è quello di filtrare dopo il mese trascorso ulteriormente il liquore, in modo che acquisisca limpidezza.

Il liquore all’arancia può essere donato, servito dopo un pasto o consumato assieme agli amici in una serata divertente. Un ottimo collante che sa di convivialità, ottimo per stare insieme e assaporare le meravigliose e suggestive note dei sapori di Sicilia.

Il limoncello è un classico digestivo del sud Italia, precisamente del Golfo di Napoli e della Sicilia. Questo liquore cattura tutte le deliziose note agrumate del limone senza il morso acido.

Secondo la leggenda, Vincenza Canale, un’oste dell’isola di Capri, produsse il suo elisir di limone da offrire agli ospiti all’inizio del secolo. Iniziò a offrirlo ai suoi visitatori come un cocktail pomeridiano, usando semplicemente scorza di limone, acqua, uno spirito neutro fatto a mano e zucchero, e lo aveva soprannominato Limoncello, un termine preso dall’antica parola caprese “limonillo“.

I discendenti di Vincenza iniziarono a produrre Limoncello di Capri solo molto tempo dopo, quando usarono la sua ricetta originale e brevettarono il termine “Limoncello“.

Il limoncello viene utilizzato anche in cucina per aggiungere un sapore di agrumi dolce, non acido, proprio per le sue caratteristiche aromatiche.

È fondamentale notare che non esiste una ricetta di limoncello valida per tutti; ogni regione e famiglia ha la sua ricetta unica, con caratteristiche diverse.

Tradizionalmente viene utilizzato il limone di Sorrento o di Siracusa. Questi possono essere difficili da trovare in alcune parti del mondo, quindi se non sei di queste parti, prendi dei limoni al meglio che puoi trovare. I limoni con una buccia spessa e grassa sono i migliori da usare.

Puoi adattare la nostra ricetta originale della Nonna per il limoncello fatto in casa combinando le vecchie procedure con l’efficienza moderna e avrai la tua ricetta autentica.

Ma ora basta con le chiacchiere, entriamo nell’ottica di come produrre la nostra ricetta originale della Nonna per il Limoncello fatto in casa.

Limoncello fatto in casa: secondo la ricetta originale della Nonna (ingredienti e utensili)

Gli ingredienti

– Circa 20 limoni medi
– 1,5 l di alcol di grano puro -o, se non riesci a procurartelo- 100 proof vodka
– 3,5 tazze d’acqua
– 5 tazze di zucchero semolato

Gli utensili

– Barattolo di vetro sigillabile (grande, almeno 3.5 4 lt)
– Filtri per caffè
– Filtro dell’acqua (come un filtro Brita)
– Mestolo
– Imbuto
– Microplane Zester (Grattugia)
– Bottiglie per prodotto finito

Limoncello fatto in casa: secondo la ricetta originale della Nonna (procedura)

Poiché immergerai la scorza di limone nell’alcol, i limoni biologici sono la scelta migliore. In ogni caso, bagnali e strofinali in acqua calda per rimuovere eventuali prodotti chimici, cera o detriti che potrebbero essersi accumulati sulla buccia.

Per rimuovere eventuali contaminanti nell’alcol di grano, lo facciamo passare più volte attraverso un filtro per l’acqua. Questo processo può sembrare eccessivo, ma fidati di noi (anzi della ricetta originale della nonna per il limoncello fatto in casa) quando diciamo che produrrà una bevanda finale molto più liscia e vellutata.

Dopodiché aggiungete la scorza di limone.

Attenti a non grattugiare la parte bianca della scorza perché ha un sapore amaro.

I tradizionali pelapatate o verdure generano strisce abbastanza larghe, mentre un microplane è più preciso, evitando il midollo e producendo una scorza più fine. L’obiettivo è estrarre quanti più oli essenziali possibile dalla scorza di limone, quindi maggiore è la superficie, meglio è.

Metti tutta la scorza di limone in un barattolo sigillato con 1500 ml di alcol e conservala in un luogo buio e fresco per un periodo compreso tra 1 e 3 mesi.
Questo in base a quanto ricco vuoi che sia il tuo limoncello finale.

Agitando il composto di tanto in tanto, puoi accelerare un po’ il processo.

È ora di preparare il tuo semplice sciroppo di zucchero una volta che ti sei assicurato che l’alcol abbia preso tutto il colore dalla scorza.

Fai bollire 3,5 tazze di acqua e 5 tazze di zucchero per 5 minuti, quindi fai raffreddare completamente prima di aggiungere al limoncello.

Il tuo liquido limpido dovrebbe trasformarsi in un elisir torbido proprio davanti ai tuoi occhi.

Alcune persone consigliano di aspettare qualche settimana, ma noi seguiamo la ricetta originale della Nonna per il Limoncello fatto in casa e abbiamo scoperto che filtrare la scorza di limone con un imbuto rivestito con un filtro per caffè non sbiancato funziona bene. (quei filtri di carta che servono per fare il caffè all’americana vanno benissimo). Notare che la nonna usava un panno 🙂

Benissimo, adesso trasferite con il mestolo e l’imbuto il limoncello nelle bottiglie.

Se necessario, sostituite il filtro del caffè.

Sebbene un passaggio di filtrazione possa essere sufficiente, filtriamo più volte il nostro limoncello per ottenere un risultato finale liscio come la seta.

In conclusione

Metti un po’ di limoncello e un paio di bicchierini nel congelatore per raggiungere la temperatura di servizio prima di assaggiare i frutti del tuo sforzo (per il controllo della qualità, ovviamente).

Ecco fatto, godetevi il vostro limoncello fatto in casa con la ricetta originale della Nonna. e non dimenticate di offrirlo a tutti i vostri ospiti dopo un buon pasto…a questo serve il limoncello!

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